Yacht & Futuro

Il futuro della cantieristica

Solo ora, grazie alle attuali gravità ambientali, si stanno esplorando nuove strade che garantiscano alle imbarcazioni il “quid” più adatto ai tempi.

Ad oggi i cantieri credono che gli stimoli dati alla clientela siano sempre validi; velocità, rifinitura, accessori, prezzo.

Tali dettami non appartengono più alle imbarcazioni moderne, poiché sostituiti da: autonomia, costo di gestione, smaltimento a fine vita.

Il prodotto, prima di essere realizzato dovrà contemplare i sempre più stringenti parametri ambientali per la sua costruzione (ecosostenibilità del prodotto) e poi le nuove responsabilità derivanti dalla quantità di inquinamento prodotto durante il suo utilizzo ed alla fine del suo ciclo di vita (ecocompatibilità del prodotto).

Bisogna rapportarsi sempre più all’Ambiente e non alle esigenze dei clienti di massa;

la nuova sfida tra i competitor deve essere nell’offrire al mercato un prodotto il meno inquinante possibile, prestazioni adeguate, fruibile in tutti gli spazi e costi di manutenzione bassi.

Attualmente tra i competitor nazionali ed internazionali il principale interesse e destoccare prodotti invenduti, armonizzare i costi di produzione con la minor richiesta ed infine proporre nuovi concetti.

I cantieri che oggi propongono imbarcazioni di “ultima generazione” hanno solamente varcato il nuovo territorio, ma in termini di appetibilità commerciale e di aperture a nuove fette di mercato devono ancora capire come fare, in quanto con questi prodotti stanno solamente approfittando dell’onda emotiva insita nei clienti ma nient’altro oltre l’ordinario.

I piccoli cantieri sono quelli più attenti poiché i numeri di produzione sono piccolissimi, riescono a riconfigurare in breve tempo e con minor costi le proprie offerte, non potendo però godere di un approvvigionamenti economicamente competitivi appannaggio dei grandi costruttori grazie alle loro economie su scala industriale.

Si riscontra nell’attuale offerta di prodotti che la gran parte dei costruttori, per volontà meramente finanziarie e non innovative, continua a presentarsi al grande pubblico con prodotti sempre attuali alla moda, sviluppato su esigenze sorpassate con  un appeal commerciale futuro inesistente.

Domanda: senza la crisi economica si sarebbe evidenziato comunque il nuovo concetto di Rispetto per l’Ambiente?

Seppur con prodotti assai differenti ma simili dinamiche commerciali, il settore automotive è il miglior esempio per capire l‘attuale filosofia; stabilimenti con procedure certificate che garantiscono il pieno rispetto di chi ci lavora e dell’Ambiente, vetture al 96% circa riciclabili, incisiva capacità comunicativa e l’analisi di feedback dalla clientela; rappresentano un’opportunità per alcuni cantieri ed un obbligo per altri perché questo è la strada da intraprendere.

Domanda: conviene delocalizzare il proprio sito produttivo?

Per le nuove sfide, occorre solo un nuovo obiettivo; prima la quantità rappresentava la grandezza di un produttore ma non del suo prodotto, oggi la qualità afferma la grandezza del costruttore e del suo prodotto (valore nel tempo).

La fiscalità che comunque appesantisce, viene bilanciata dai i vantaggi dati dalla nuova quantità di produzione.

Con o senza crisi comunque all’orizzonte c’è un periodo di transizione grazie al quale si dovrà smaltire tutto il naviglio obsoleto e non rispettoso dell’Ambiente, tale responsabilità e soprattutto onere ricadrà solo sul cliente, quindi bisognerà recuperare il suo interesse offrendo prodotti di qualità ma al giusto prezzo, riconfermando anche l’interesse e vantaggi del prodotto Made in Italy, vanto e/o leva commerciale esclusiva dei cantieri nostrani.

Domanda: come continuare a fidelizzare l’armatore?

Fino ad oggi la scelta dell’armatore era basata principalmente sulla convenienza commerciale dell’acquisto, rimanendo comunque titubante o addirittura spaventato dai servizi d’assistenza e/o d’ormeggio di cui poteva necessitare.

Concetto basilare: la barca è un investimento, non uno sfizio!

Spiegare tutte le qualità, vantaggi, convenienze e perché no anche i difetti del proprio prodotto ma soprattutto fargli toccare con mano i propri servizi di back office; farlo sentire a suo agio nella propria rete di concessionari e/o officine autorizzate, affinché possa riscontrare sempre, a garanzia del futuro comune: uniformità di comportamento, uniformità costi di mano d’opera, prospettive di crescita con unità di metrature superiori, preparazione e professionalità di chi opera sulla sua barca, reperibilità e costi adeguati dei ricambi originali.

Le risorse dei cantieri devono essere impiegate anche nella formazione della propria rete (se già esistente), alla creazione della stessa (se non esiste ancora) ed alla ramificazione territoriale dei propri centri d’assistenza affinché non obblighino, nuovamente, l’armatore a tempistiche dilatate per la riparazione e/o miglia di navigazione per arrivare all’officina.

L’ organizzazione territoriale, quasi sempre, è lasciata al concessionario escludendola dalle responsabilità del cantiere, provocandone così una ripercussione nefasta all’immagine dello stesso.

Spunti di riflessione (provocazioni):

–          Depotenziare l’azione produttiva di un cantiere significa salvaguardare la propria esistenza, ma con costi, in termini di risorse umane, molto svantaggiosi per se e per la collettività: se si è un cantiere “generalista” (produzione di barche monoscafo a motore o vela di varie metrature! Solo questo?) perché, ove sia possibile la sua riqualificazione, non utilizzare la forza lavoro in eccesso per la creazione di nuovi modelli mai concepiti prima (catamarani, trimarani, unità commerciale, ecc) od impiegarla in siti preposti ai servizi agli armatori?

–          Perché non costituire un’Associazione tra cantieri e concessionari per poter dialogare con più forza con le istituzioni locali e nazionali affinché comprendano e partecipino alla soluzione dei comuni problemi?

–          Sviluppare sinergie tra cantieri per creare una piattaforma (barca) comune?

–          Individuare solo 2 massimo 3 eventi nazionali dove mostrare tutta la gamma ma frazionata per classi cioè (esempio):

Salone Internazionale di Genova: imbarcazioni e navi a motore ed a vela

Deep Blue Fiera di Roma: natanti ed imbarcazioni solo da pesca e sportive

NauticSud Napoli: natanti a motore ed a vela

–          Creare un’associazione dei costruttori per una forte pubblicità d’immagine nazionale capace di rinvigorire i sentimenti positivi dei clienti verso la nautica da diporto.

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